2016, JANUARY 08.

INDIFFERENZA

by Laura De Luca, for Pages Sheets [Contacts] Words, da “i Giochi dell’ Armonia,
on RADIO VATICANA ITALIA.
– DAB Radio Vaticana Italia
– FM 105 MHz (Rome area)
– Web channel RV 5

Listen    altoparlante 2     here

[message out-of-band, from now on MOOB: “…. and nobody wants, needs, desires, to know what fantasmagoric gift She brought !!! MaH !!! Indifference … 🙂  “].

We can say Pope Francis introduced the Eighth   of he Capital Vices. The Indifference. The worst. 😛 .

The seven deadly sins, also known as the capital vices or cardinal sins, is a religious grouping and classification of vices. This grouping emerged in the fourth century AD and was used for Christian ethical education and for confession. According to the Catechism of the Catholic Church, a mortal or deadly sin is believed to destroy the life of grace and charity within a person. Though the sins have fluctuated over time, the currently recognized list includes pride (orgoglio, superbia), greed (bramosia, avarizia), lust (lussuria), envy, gluttony, wrath and sloth. There is a parallel tradition of seven virtues.

20060108- https-::en.wikipedia.org:wiki:Seven_deadly_sins-420px-Jheronimus_Bosch_Table_of_the_Mortal_Sins_(Luxuria)
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The tradition of seven deadly sins as we know it today originated with the desert fathers, specifically Evagrius Ponticus. Evagrius identified seven or eight evil thoughts or spirits that one needed to overcome.[2] Evagrius’ pupil John Cassian brought that tradition to Europe with his book The Institutes.[3] The idea of seven basic vices or sins was fundamental to Catholic confessional practices as evidence in penitential manuals as well as sermons like “The Parson’s Tale” from Chaucer’s Canterbury Tales. This connection is also clear in how Dante’s Purgatoryis arranged according to the seven deadly sins. The concept of seven deadly sins was used throughout the medieval Christian world to teach young people how to avoid evil and embrace the good as is evident in treatises, paintings, sculpture decorations on churches.[1] Works like Peter Brueghel the Elder‘s prints of the Seven Deadly Sins as well as Edmund Spencer‘s The Faerie Queene show the continuity of this tradition into the modern era. A commonly used mnemonic acronym to remember the seven deadly sins is “SALIGIA,” based on the first letters in Latin of the seven deadly sins: superbia, avaritia, luxuria, invidia, gula, ira, acedia.[4]

ANNEX N – NAUTICA

APPENDICI di NOMENCLATURA

Definizione delle varie parti di una nave e delle dimensioni principali

NOMENCLATURA E DEFINIZIONI

NAVE – SHIP – 
Galleggiante atto a muoversi sulla superficie del mare e dotato di propri mezzi di propulsione e governo.

SCAFO
E’ la parte che costituisce l’involucro stagno della nave. E’ costituito dalla parte immersa detta opera viva o carena e dalla parte emersa detta opera morta; è chiuso superiormente dal ponte di coperta sul quale poggiano le sovrastrutture. Lo scafo è simmetrico rispetto ad un piano verticale longitudinale detto piano diametrale o longitudinale di simmetria. Per un osservatore rivolto nel senso di avanzamento della nave le due parti definite dal longitudinale sono rispettivamente la dritta e la sinistra; la parte avanti e la prora o prua, la parte addietro poppa. Le estremità risultano sempre affinate, la prora per separare la massa fluida, la poppa per colmare il vuoto lasciato dal passaggio della nave e per agevolare la sistemazione del propulsore e degli organi di governo. Tra le due parti affinate se ne trova una pressoché cilindrica detta zona maestra.

FASCIAME
E’ il rivestimento esterno dello scafo. Per le navi in acciaio è formato da lamiere poggianti su uno scheletro strutturale. Le dimensioni della nave vengono definite entro fasciame (o fuori ossatura) o fuori fasciame se misurate entro o fuori la superficie del fasciame.

MURATE
Sono la parte emersa dei fianchi della nave. La parte prodiera si dice mascone (di destra o di sinistra), quella poppiera giardinetto. Per navi con poppa tipo “transom”, si dice specchio la parte verticale di fasciame che chiude lo scafo.

INSELLATURA o Cavallino
Si dice linea di insellatura la proiezione, sul piano diametrale della nave, della linea di intersezione della superficie interna delle murate con la superficie inferiore del ponte di coperta.

ORLO
E’ la linea gobba che delimita superiormente le murate.

RETTA DEL BAGLIO
E’ la retta orizzontale passante per l’intersezione tra ponte di coperta e murate.

BOLZONE
Il ponte di coperta sul piano trasversale presenta una concavità rivolta verso l’alto. L’innalzamento del ponte sulla retta del baglio misurato sul piano di simmetria si dice bolzone. Tale curvatura serve a far defluire fuori bordo l’eventuale acqua imbarcata in coperta.

PIANO DI GALLEGGIAMENTO
E’ la superficie di separazione tra parte immersa e parte emersa dello scafo e definisce il livello del fluido sul quale la nave galleggia.

LINEA DI GALLEGGIAMENTO
E’ la linea di intersezione tra lo scafo e il piano di galleggiamento. Le linee tra lo scafo ed i piani paralleli al piano di galleggiamento si dicono linee d’acqua.

FIGURA O AREA DI GALLEGGIAMENTO
E’ la superficie racchiusa dalla linea di galleggiamento.

CENTRO DI GALLEGGIAMENTO
E’ il baricentro della figura di galleggiamento.

CENTRO DI CARENA
E’ il baricentro del volume di carena.

SUPERFICIE DI CARENA
E’ la superficie bagnata della carena.

PUNTO DI CHIGLIA
E’ l’intersezione tra il profilo dello scafo entro fasciame e la perpendicolare al mezzo.

LINEA DI COSTRUZIONE O DI BASE
E’ la parallela al piano di galleggiamento di progetto passante per il punto di chiglia.

LINEA DI CHIGLIA
E’ la linea di intersezione tra il piano di simmetria e la superficie entro fasciame dello scafo.

LINEA DI SOTTOCHIGLIA
E’ la linea parallela alla linea di chiglia dalla quale differisce per lo spessore della lamiera.

SOVRASTRUTTURE
I punti al di sopra della coperta prendono il nome di sovrastrutture. Si dicono casseri se estesi da murata a murata, altrimenti turghe. I casseri, a seconda della posizione, prendono il nome di cassero di poppa, cassero centrale e di prora, che è detto anche castello.

PERPENDICOLARE AVANTI
E’ la perpendicolare al piano di galleggiamento di progetto passasnte per l’intersezione tra la traccia di tale piano con la superficie della struttura anteriore della nave detta ruota di prora.

PERPENDICOLARE ADDIETRO
E’ la perpendicolare al piano di galleggiamento passante, a seconda delle varie soluzioni costruttive o rappresentative, per la faccia anteriore del dritto di poppa, l’asse di rotazione del timone oppure lo spigolo dello specchio di poppa.

PEPENDICOLARE AL MEZZO
E’ la perpendicolare al piano di galleggiamento equidistante dalle due estreme.

SEZIONI TRASVERSALI
Si ottengono sezionando lo scafo con piani normali al piano di simmetria longitudinale.

SEZIONE MAESTRA
E’ la sezione trasversale che racchiude la massima area immersa.

PONTI
Assumono diverse denominazioni a seconda della loro importanza e collocazione:

– Ponte principale: è il ponte continuo e resistente più alto; nelle navi a struttura normale il ponte principale è quello di coperta.

– Ponte di coperta: è il ponte continuo più alto della nave, parzialmente o totalmente scoperto, delimitante verso l’alto lo scafo propriamente detto ed esposto alle intemperie.

– Ponte di bordo libero: è il più alto ponte completo le cui aperture situate nelle zone esposte sono provviste di mezzi permanenti di chiusura stagne. Generalmente coincide con il ponte delle paratie stagne.

– Ponte delle paratie stagne: è il ponte stagno, continuo o a gradini, sotto cui sono intestate tutte le paratie stagne.

– Ponte del servizio di sicurezza: è il ponte, generalmente coperto, coincidente e sovrastante il ponte delle paratie stagne, al di sopra del quale devono essere posti tutti i maneggi e le manovre a distanza, lungo il quale si può percorrere la nave per l’intera lunghezza. Esso può coincidere con il ponte di coperta.

– Copertini: sono i ponti parzialmente estesi in senso trasversale.

– Stiva: è lo spazio sottostante l’ultimo ponte.

– Sentina: è il fondo della stiva.

Sulle navi militari i ponti sottostanti quello di coperta vengono denominati: 1° corridoio (o batteria), 2° corridoio ecc..

DIMENSIONI PRINCIPALI:

LUNGHEZZA TRA LE PERPENDICOLARI
E’ la distanza tra perpendicolare avanti e perpendicolare addietro. E’ una misura convenzionale che caratterizza molto bene una nave: non tiene infatti conto degli slanci di prora e di poppa e viene per questo utilizzata ai fini della resistenza al moto e della robustezza strutturale.

LUNGHEZZA AL GALLEGGIAMENTO
E’ la lunghezza della figura di galleggiamento. Non differisce molto da quella tra le perpendicolari ed è particolarmente interessante in problemi di resistenza al moto.

LUNGHEZZA FUORI TUTTO
E’ l’ingombro longitudinale massimo della nave comprendente ogni appendice. E’ importante per l’ormeggio, la manovra in acque ristrette, l’immersione in bacino, ecc..

LARGHEZZA AL GALLEGGIAMENTO
E’ la lunghezza massima della figura di galleggiamento.

LARGHEZZA MASSIMA
E’ l’ingombro trasversale massimo della nave. E’ importante per l’ormeggio, l’immissione in bacino ed il transito in canali ristretti.

ALTEZZA DI COSTRUZIONE
Viene definita come la distanza verticale tra la linea di costruzione e retta del baglio in corrispondenza della perpendicolare al mezzo.

IMMERSIONE
E’ la distanza verticale tra piano di galleggiamento e linea di sottochiglia.

PESCAGGIO
E’ l’immersione massima che tiene conto delle appendi ci di carena (pinne stabilizzatrici, eliche, cuffia dell’ecogoniometro, timone, ecc.) che possono sporgere al di sotto della linea di sottochiglia. E’ importante per l’ormeggio e il passaggio su bassi fondali.

MARCHE DI IMMERSIONE
L’immersione viene letta con l’ausilio di apposite marche saldate a scafo dette marche di immersione. Tali marche si trovano in corrispondenza di perpendicolari avanti, addietro e al mezzo su entrambe le murate (dritta e sinistra). Sulle navi militari o in casi particolari vengono aggiunte speciali marche che misurano il pescaggio in corrispondenza delle appendici di carena.

NOMENCLATURA E DEFINIZIONI

tratto interamente dal Sito di Nautica Versilia