2015, DECEMBER 30.
STRAIT OF HORMUZ
Iranians fire rockets near carrier Harry S. Truman in Strait of Hormuz
The Iranians fired rockets close to the carrier Harry S. Truman while it was transiting the Strait of Hormuz on Saturday, a U.S. Central Command official confirmed to Military Times.
NBC News first reported that one rocket came about 1,500 yards from the Truman after the Iranian Revolutionary Guards held a live-fire exercise while the ships were going through the strait.
The Iranians only gave 23 minutes of advance notification before launching the rockets, Navy Cmdr. Kyle Raines, a CENTCOM spokesman, told Military Times.
“These actions were highly provocative, unsafe, and unprofessional and call into question Iran’s commitment to the security of a waterway vital to international commerce,” Raines said in an email. “While most interactions between Iranian forces and the U.S. Navy are professional, safe, and routine, this event was not and runs contrary to efforts to ensure freedom of navigation and maritime safety in the global commons.”
While Raines did not have any indications that the Iranians targeted a specific ship, he called their actions “highly unsafe and unprofessional.”
On Tuesday, the Truman joined French aircraft carrier Charles de Gaulle in launching airstrikes against the Islamic State in Iraq and Syria.
Unità iraniane eseguono esercitazione a fuoco ad Hormuz vicino alla portaerei americana Truman
Alcune unità leggere della marina iraniana, più precisamente unità lanciarazzi delle Guardie della Rivoluzione, hanno lanciato una salva di razzi non guidati da una posizione distante circa 1000/1200 metri rispetto alla portaerei americana Truman. La Truman stava attraversando lo Stretto di Hormuz, seguendo le rotte standard riconosciute come acque internazionali del Diritto del Mare, ma ritenute acque territoriali iraniane da Teheran.
L’esercitazione iraniana è da leggersi non tanto come una provocazione, ma come l’affermazione della Marina Rivoluzionaria Iraniana della completa sovranità di Teheran dello Stretto di Hormuz. Questo atto va inquadrato nella sempre maggior convinzione di Teheran che gli Stati Uniti si piegheranno ad ogni decisione iraniana riguardante lo Stretto. Da circa tre anni le forza navali americane sono costrette, prima di imboccare lo Stretto a chiamare via radio la Marina Iraniana e comunicare le loro intenzioni. Fatto accettato da Obama ma non da diversi ufficiali di alto rango della Marina Usa che il presidente ha sostituito dal comando delle Task Force navali.
Successivamente le unità americane in transito presso Hormuz hanno accettato che barche veloci della marina iraniana e dei Guardiani della Rivoluzione si avvicinassero a poche centinaia di metri (in alcuni casi anche a poche decine di metri) alle navi americane, fatto che mina la sicurezza stessa delle unità. Oggi accade che una di quelle unità apra il fuoco, naturalmente non in direzione della Truman, a pochi metri da una portaerei americana.
L’intenzione di Teheran è chiara, far capire ai marinai americani e ancor di più alle monarchie sunnite del Golfo che questa america è debole se sfidata apertamente con lo strumento militare e che la politica militare di Obama è di far combattere le guerre ai propri alleati e non agli Stati Uniti.
Intanto noi aspettiamo il prossimo passo degli iraniani verso l’esclusione degli Stati Uniti di Obama dal Golfo Persico, oggi sono stati dei razzi sparati senza preavviso nei pressi di una portaerei americana, domani magari saranno i medesimi razzi sparati a proravia di un’altra unità maggiore americana, o forse peggio.